Dalle origini alla fine dell’ottocento.

1880 Veduta dello stretto (attuale via Reginaldo Giiuliani) e del ponte sul Terzolle.
1915 Donne dell’ SMS al lavoro per i soldati al fronte della guerra 15/18.

La Societa’ di Mutuo Soccorso di Rifredi nasce nel 1883 con il nome di Societa’ di Mutuo Soccorso fra gli Operai ed Industriali di Rifredi. Il quartiere di Rifredi, a differenza di come lo vediamo oggi, era allora in aperta campagna: l’unico borgo era il Ponte a Rifredi, attorno all’attuale Ponte sul torrente Terzolle, in Via Reginaldo Giuliani, il resto era campagna. Soltanto piu’ tardi diventera’ il quartiere industriale che e’ oggi. Era il 30 aprile 1883 e il tesseramento inizio’ il 7 settembre 1883. La prima tessera fu consegnata al socio Napoleone Pampaloni; l’associazione non aveva pero’ ancora un orientamento politico determinato, in quanto sentiva piu’ forte la necessita’ di uno stretto rapporto con il quartiere, che non un indirizzamento politico; il quartiere, abitato da famiglie contadine e lontano dal centro cittadino trovava nella S.M.S. un suo punto di riferimento naturale. Dal punto di vista politico, all’epoca non esisteva ancora, come e’ noto, il movimento socialista, mentre forte era l’influenza repubblicana; quest’ultima corrente politica era organizzata in collegi, uno dei quali si trovava a Rifredi.
Quando nel 1892 viene fondato il P.S.I., anche a Rifredi molti dei dirigenti della S.M.S., passarono a quest’ultima forza politica dal movimento repubblicano, gia’ lacerato da contrasti tra intransigenti e favorevoli al nuovo, e destinato a espandersi, movimento socialista. Non dimentichiamoci che Rifredi sara’ compresa nel collegio elettorale di Santa Maria Novella che dal 1897 fino al 1919 eleggera’ Giuseppe Pescetti, legale e stretto collaboratore della S.M.S. nell’eta’ giolittiana e nel primo dopoguerra. Alla fine dell’800 a pochi anni dalla fondazione- l’S.M.S. di Rifredi e’ gia’ una delle realta’ associative tra le piu’ prestigiose e importanti della citta’, con la S.M.S. Andrea del Sarto, l’Affratellamento, e poche altre.

Il nuovo secolo e l’era Fascista.

1920 I membri della corale in posa davanti alla sede.

All’inizio del secolo Rifredi comincia la trasformazione in quartiere industriale, con il trasferimento prima di piccole industrie, poi nel 1909 del primo nucleo delle OFFICINE GALILEO, destinate a diventare nel corso del tempo una delle piu’ grandi e importanto strutture industriali dell’intera citta’, poi della MANETTI & ROBERTS , della PIGNONE o meglio della FONDERIA DEL PIGNONE, come si chiamava allora, della SUPERPILA e altre ancora. Con lo sviluppo del quartiere industriale, si instaura un duraturo e stretto rapporto con la nuova classe operaia, importante sia perche’ chi lavorava nelle fabbriche del quartiere proveniva da altri luoghi, sia perche’ l’S.M.S. veniva riconosciuta come un interlocutore di primo piano, senza per questo intaccare il rapporto con il quartiere. Notevole in quegli anni lo sviluppo e il radicamento sociale del movimento socialista, che fornira’ dirigenti, di nascita o di formazione rifredina, a livello cittadino e nazionale; non a caso Udo Forlani, gia’ presidente della S.M.S. di Rifredi, ricoprira’ incarichi importanti nel socialismo fiorentino. Frequenti erano i contrasti con i liberali monarchici ben presenti nel quartiere, anche se minoritari, e soprattutto con i cattolici, raggruppati attorno alla pieve di S.Stefano in Pane. Il 9 agosto 1914 venne inaugurata la nuova sede della S.M.S. di Rifredi (che poi, a parte modifiche secondarie e’ la sede attuale), costruita con i sacrifici e la volonta’ di tutti i soci, ma non solo loro: oseremmo dire che tutta la popolazione del quartiere si riconosceva in questa struttura che oramai era divenuta nota anche fuori dall’ambito strettamente cittadino e toscano. Presente all’inaugurazione, ovviamente, Pescetti. Terminata la prima guerra mondiale, l’SMS tornera’ ad essere il centro del quartiere e del movimento operaio non solo cittadino. Basti pensare che alle elezioni del 1919 il P.S.I. a Rifredi otterra’ una percentuale del 63,9 per cento. Alla S.M.S ebbe sede la commissione di propaganda del Partito socialista dal maggio al novembre 1919, e fu il centro di molti scioperi del ’19-’20.

1920 Gli attivisti della sezione Circolo

Molto attivo era il teatro e tutte le sezioni in cui si divideva allora la societa’. All’indomani della loro presa di potere, fu logico per i fascisti cercare di espugnare la Societa’, roccaforte di una zona fortemente antifascista, come molti altri rioni fiorentini, che resistera’ anche negli anni piu’ duri, alla fascistizzazione dell’Associazionismo.

6 maggio 1921 Il teatro incendiato dalle squadre fasciste.

Dopo numerosi tentativi di assalto, non riusciti per la reazione della cittadinanza e dei soci, il 6 maggio 1921 viene incendiato il teatro, luogo simbolo della Societa’. Fu un duro colpo per la S.M.S., ma la volonta’ di ricostruirlo e’ fortissima. Purtroppo il fascismo riuscira’, dopo innumerevoli violenze, ad affermarsi. Dopo averne occupato i locali, il Partito Nazionale Fascista riuscira’ a farsi donare la S.M.S. in una assemblea dei soci, con una donazione ovviamente spontanea, nel senso che i soci furono obbligati a cederla con la forza. Fu cosi’ che al posto della vecchia SMS di Rifredi si insedio’ il gruppo rionale fascista Filippo Corridoni.

Il dopoguerra.

1957 L’onorevole Targetti e il presidente Bartalesi durante un’assemblea contro lo sfratto della sede.

Dopo la liberazione di Firenze, gli antichi proprietari dei sodalizi espropriati ripresero possesso dei beni a loro appartenenti. Cosi’ fu per la nostra Societa’ di Mutuo Soccorso, che ritorno’ ai suoi soci. (Vedi l’autorizzazione del Comando Militare Alleato per lo svolgimento della prima Assemblea dei soci nel dopoguerra)Un decreto legislativo del 1944, il n.159, aveva stabilito che i beni del disciolto Partito Fascista, quindi anche i vecchi sodalizi operai espropriati con la forza, diventassero proprieta’ dello stato. Nonostante cio’, riprese la vita della S.M.S. Il rapporto mai interrotto tra la societa’ e il tessuto sociale del quartiere riprese in pieno. Ovviamente rispetto al primo dopoguerra vi era qualche novita’ di rilievo. Infatti, al posto di un partito socialista molto radicato nel quartiere fino all’affermazione del fascismo, vi era ora un forte Partito Comunista egemone nel mondo operaio. Il P.S.I. anche se indebolito, continuava pero’ ad essere un partito ancora piuttosto forte, con un’attiva sezione che aveva sede nella S.M.S. insieme a quella del P.C.I., della F.G.C.I. e successivamente, dal 1947, il P.S.L.I. poi P.S.D.I. Nel consiglio direttivo erano presenti tutti i partiti della sinistra italiana, dal P.C.I., al P.S.D.I., oltre al P.R.I e a un consigliere cattolico. L’S.M.S. recuperava quindi il suo ruolo di centro vitale del quartiere, e con esso il rapporto rinnovato con le fabbriche e le realta’ del quartiere. L’importanza della Societa’ nel secondo dopoguerra, non era pero’ limitata alla sola attivita’ politica: molte altre iniziative infatti erano momenti fondamentali nella vita sociale del quartiere: il tradizionale ballo, che si svolgeva nel teatro ed il circolo del cinema negli anni sessanta (presieduto da Carlo Ludovico Ragghianti), solo per citare due esempi. Basti pensare anche al rapporto, per fare un esempio, con le Officine Galileo, uno dei presidenti della societa’ e’ stato tra il 1955 e il 1960 Carlo Bartalesi, impiegato delle Officine, dirigente anche del P.C.I., o i fatti del 1959 (occupazione della fabbrica e conseguente lotta per la salvaguardia delle stesse). Uno dei momenti piu’ duri della vita della S.M.S., fu il tentativo sulla base del citato decreto del 1944, che, come si ricordera’ aveva avocato allo Stato la proprieta’ dei beni del disciolto P.N.F., di sfrattare la Societa’ medesima. Nel 1955 fu notificato lo sfratto alla S.M.S (conservato nell’archivio sociale), che avrebbe dovuto lasciare la sua sede entro breve termine. Alla luce di quanto gia’ detto, questo patrimonio era stato costruito dai soci e dagli abitanti di Rifredi, ed e’ facile immaginare la reazione di chi si vedeva scippato per la seconda volta il lavoro e l’impegno di una vita. La S.M.S, sostenuta da tutto il quartiere , si avvalse di tutti i mezzi legali per dimostrare che nella famosa assemblea dell’ottobre 1930, era stata costretta a donare al fascio la propria sede; ma il governo nel tentativo di indebolire il movimento operaio, anche tramite lo sfratto dalle sue sedi, non conobbe nessuno scrupolo. Nonostante tutto, non ci sarebbe stato niente da fare contro lo sfratto, se i soci non avessero deciso di tentare l’unica strada rimasta da percorrere: l’acquisto della sede. Nonostante il grosso sforzo (i soci si impegnarono personalmente a corrispondere la somma concordata per l’acquisto, nel caso in cui la societa’ non fosse stata in grado di pagare.(Si trattera’ della somma, non indifferente, di 167 milioni di lire), questo tentativo riusci’, ed il contratto fu firmato nel 1969 durante la presidenza di Luciano Paoli.

Dagli anni 70 ai giorni nostri.

1967 La cerimonia di inaugurazione della statua all’ingresso del giardino ,donata dal prof.Moschi.

Evitato il rischio di essere sfrattata (sorte che tocco’ negli anni cinquanta a diverse S.M.S., come quella di Legnaia, sfrattata nel 1955 e oggi sede di una caserma di carabinieri, l’Unione Operaia del Pignone in via del Ponte Sospeso sfrattata nel 1954 e molte altre), continuo’ lo sviluppo della Societa’. Come e’ noto il quartiere negli anni settanta e ottanta ha visto l’esodo delle fabbriche, storiche protagoniste della vita sociale e politica di Rifredi. Nel 1980 le Officine Galileo, negli anni settanta la Manetti & Roberts, insieme a tante altre minori. Quindi il quartiere operaio per eccellenza, roccaforte del movimento operaio, prima socialista, poi nel secondo dopoguerra comunista, cambiava profondamente. Nuovi insediamenti sorgevano al posto delle vecchie fabbriche (basti pensare al quartiere sorto sull’area della ex-Galileo, tra Via Vittorio Emanuele II , Viale Morgagni, via Cesalpino e via Alderotti con i resti del vecchio Meccanotessile; l’area ex Manetti & Roberts tra via Pisacane, via del Palazzo Bruciato etc.), nuova popolazione veniva ad abitare il vecchio rione industriale. Ormai erano lontani i tempi della Rifredi isolata dalla citta’, in aperta campagna, trasformatasi dai primi del secolo in quartiere industriale per eccellenza, per evolversi fino all’attuale Rifredi, completamente integrata nel tessuto cittadino e terziarizzata. Nonostante tutto, nonostante i tempi cambino, non viene meno il ruolo della S.M.S. in un rinnovato rapporto con il quartiere. Crediamo che le ragioni che portarono alla fondazione della societa’ non siano venute meno, pur nel mutare nei tempi. (da un testo di A.Venieri)

1914 Soci in maschera di carnevale davanti ai cancelli dell’SMS

Bibliografia.
1. L. Tomassini, Associazionismo operaio a Firenze tra 800 e 900 La società di Mutuo Soccorso di Rifredi (1883-1922)- Leo S. Olschki editore- Firenze.
2. Autori Vari, La Camera del Lavoro di Firenze. Dalla ricostruzione agli anni settanta, Edizioni Scientifiche Italiane.
3. Autori Vari, La Fonderia del Pignone 1842-1954, Electa, Milano.
4. Marescalchi Movimento Operaio e Discriminazione in fabbrica riferito agli anni 1943-1960 a Firenze. (Ampi capitoli sulla Galileo e il rapporto con il quartiere).
5. Autori Vari, La Toscana nel secondo dopoguerra raccolta di relazioni all’omonimo convegno svoltosi presso l’Istituto Storico per la Resistenza in Toscana Franco Angeli editore Milano.
6. Francesca Taddei Il Pignone di Firenze 1944-1954 La Nuova Italia editrice, Firenze
7.Autori Vari, La filigrana, la memoria alinea editore- (Anche in essa ampia ricostruzione della storia delle Officine Galileo, Vi si possono trovare ampi contributi anche sul rapporto con la S.M.S.)
8. Tiziana Galli, La societa’ di Mutuo Soccorso di Rifredi dalla liberazione al 1968

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